ESSERE ilblogdellanima




Essere  vuol  dire  dimenticarsi  di  apparire :  Essere  vuol  dire  ESSERE  e  basta.
Nell ’  Essere  la  personalità   umana  si  acquieta  e  si  pone  al  servizio  assoluto dell’ istinto.  Riuscire  ad  Essere  è  un  traguardo  che  ognuno  deve  perseguire.
Nell ’ Essere  le  condizioni  di  vita  sono  e   non  appaiono :  si vive  con  intensità  e  verità ogni  emozione  e  i  sentimenti  sono  intrisi   di divino  e  non  solo  di  terrenità.
Arrivare  ad  Essere  è  semplice  per  chi  ha  una  visione  della  vita  terrena  intrisa  di divino, mentre è più difficile per chi vive il percorso come un susseguirsi di eventi tesi solo all’  affermazione  di  sé ,  del  proprio  volere ,  del  proprio  imperio  su  tutto  e  su  tutti.
Dico  difficile ,  ma  è  naturale  che  sia  possibile.
Quel  che  è  difficile  è  il  primo  passo :  il  Voler  Essere.    

Fatta  questa  affermazione ,  tutto  diventa  scorrevole ,  perché  l’ aiuto  divino  entra massicciamente  a  far  parte  della mente  e   della  volontà    di  chi   ha  deciso di Essere.
Inizia   così  un  percorso  semplice ,  perché  guidato  dall’  aiuto  divino ,  e  difficoltoso, perché  ostacolato  dalla  forza  della  volontà  umana   che  non  vuole  abdicare  al  controllo  che  ha  da  sempre  esercitato  sugli  eventi  della  vita.
Riuscire  a  far  trionfare  l ’ istinto  equivale  ad  Essere.
Gli  ultimi  contraccolpi  della  personalità  umana  sono   più insidiosi ,  perché  più  furba  e affannosa  si  fa  la  mente ,  che  si  sente  sopraffare  e  lotta  con  accanimento  per  non soccombere.  Ma  la  riuscita  è  certa :  sicuramente  si  arriva  al  traguardo  dell ’ Essere ,  perché   l ’aiuto di  Dio ,  che  abbiamo  attivato  al  momento  della  nostra  scelta ,  non  fallisce  MAI .    Abbiamo  voluto  Essere  e  finalmente  Siamo.
Carla Parola.

UN OMAGGIO PER ECHKART ( ilblogdellanima )





La violenza e la sofferenza che vediamo oggi intorno a noi nel mondo e spesso anche dentro di noi, è il passato che si manifesta nel presente. È la vecchia coscienza con il suo bagaglio di paura, con la sua identificazione con l'ego e con le necessità dell'ego di aver ragione e di lottare per confermare di essere nel giusto. Più il nuovo stato di coscienza spinge per risvegliarci, più il vecchio resiste. Lo vediamo costantemente fuori ma anche dentro di noi. Questa resistenza del vecchio è evidente nella paura che percepiamo. Ma è importante sapere e ricordare che qualunque forma di sofferenza accade oggi sul nostro pianeta è per ognuno di noi una opportunità di risveglio. Possiamo infatti usare quella sofferenza per mantenerci nel vecchio stato di coscienza, per lasciare ancora che il passato influenzi il presente, oppure possiamo usarla per risvegliarci. Non ci sono altre opzioni. Quando usiamo la sofferenza, la nostra o la sofferenza altrui, per risvegliarci generiamo un campo energetico di consapevolezza in noi stessi che si espande tutt'intorno a noi, è la nostra offerta al mondo.
Se ci identifichiamo con le emozioni dense che proviamo nel vedere gli altri soffrire, se continuiamo a identificarci con la mente cercando di trovare le soluzioni giuste, l'azione giusta, ci stiamo mantenendo ancora nella vecchia coscienza. Perché la mente in queste condizioni è posseduta dalle emozioni e qualunque soluzione o azione che troviamo avrà l'energia di quelle emozioni. Qualunque azione intraprendiamo da questa energia, sarà una re-azione. Staremo quindi agendo posseduti da quella emozione. Reagire viene sempre dello stato di consapevolezza egoico. È possibile riconoscerlo perché si accompagna a un impulso interiore ad aver ragione e a voler imporre quella ragione.
Ogni azione che ha le sue radici nella sofferenza genera sofferenza.
Quando noi diciamo si alla sofferenza che proviamo, quando ci arrendiamo interiormente, allora la sofferenza si trasformerà, si dissolverà e al suo posto sentiremo la pace. Da quello stato di pace sapremo quale è l'azione giusta da intraprendere. E qualunque sia l'azione che intraprenderemo in quello stato di pace, porterà al mondo la pace. Perché è un'azione che ha le sue radici nella pace.
Molti di noi credono, forse a causa di un'antica memoria collettiva, che soffrire insieme sia una manifestazione d'amore e compassione verso coloro che soffrono. Ma non è vero.
Lo stato di compassione nasce da uno stato interiore di una consapevolezza più alta. In questo stato esperimentiamo unione con la Totalità. In questo stato non esiste separazione da niente e da nessuno. Siamo insieme all'altro ma senza identificazione con la sofferenza. Non siamo risucchiati nella sofferenza. Siamo liberi e offriamo questa libertà all'altro. Da questo stato di pace e di libertà da questa unione interiore, generiamo e offriamo all'altro un campo energetico di consapevolezza. In quel momento ci può accadere di riconoscere chiaramente un'azione che possiamo intraprendere, ma può darsi di no. In entrambi i casi stiamo dando il nostro contributo alla manifestazione della Nuova Terra.



Marina  Borruso

ALTRO STRUMENTO DI CONOSCENZA COSCIENZA ( ilblogdellanima )



Come  filo  di  Arianna  i  Tarocchi
dispiegano, 
tappa  per  tappa,  il  Grande  Viaggio
che  conduce  al  centro  del   labirinto ,  il proprio.
Là  dove  sta  sepolto  il  segreto  sacro  che  protegge:
l ’ integrità  e  la  totalità  dell ’ Essere. 
Nel  luogo  dove  tutti  gli  opposti  e  le  contraddizioni
possono  pacificarsi ,  perché  non  esiste  separazione
se  non ,  nei  meandri  limitati  della  mente  umana .

( ilblogdellanima )


I tarocchi sono uno specchio dell'anima e uno strumento terapeutico: aiutano a sviluppare la coscienza e a vivere e capirsi meglio, sono un aiuto per conoscersi psicologicamente e storicamente.

La via dei tarocchi  ( Alejandro Jodorowsky )

LA FERITA DEI NON AMATI : UNA OPPORTUNITA' DI CRESCITA ilblogdellanima

    
 Il  tutto e’ governato  da  leggi  e  solo  la  legge  che  conosciamo  ci  puo’  liberare.
Noi  esseri  umani  abbiamo  la  capacita'  di  comprendere  tali  leggi e  dunque  di  superarle  e  di  porci  in  una  condizione  in  cui  la  legge  che  ci  obbligava  a  reagire  non  eserciti  piu'  una  presa .

E’ passato  qualche  anno  da  quando  presi in mano  la  prima  volta
il  libro  “  la ferita dei non amati  “   di Peter Schellembaum
Avevo  deciso  di  leggere  questo  libro  perche’ avevo intuito  
quanto ,  questa  ferita che ci portiamo dentro ,   fosse  potente ,  reale 
e  dirompente il suo effetto nelle nostre vite.
Ma mai ,   mai  come oggi ,   nei  miei brevissimi
momenti  di  attenzione ,  sento  con  coscienza ,  come  sia  vero
quello  che  lessi .
La  ferita  dei  non  amati  e’  sempre  dentro  di  noi  e  sempre  vi  rimarra’.
Se  volete  ricevere  dovete  dare ,   dare  consapevolmente ;
 ecco  la  grande  legge . 
           Qualcosa  che  potrebbe  aiutare : vi  prego  di  leggere  con  attenzione  
e  osserviamo  le  nostre  sensazioni .....
 ( ilblogdellanima )
    

Cio’  che  tutti  vogliamo  in  primo  luogo  e’  ricevere  amore ( dal
neonato  all’anziano ) .  Non  ci  sentiamo  mai  abbastanza  amati ,
abbiamo  continuamente  bisogno  di  segni  di interesse ,  di  gratificazioni ,
 di  testimonianze  di  amore . Quello  che  piu’  temiamo  sono  le 
manifestazioni  di  odio  o  di  rifiuto . Guardate  in  fondo  al 
vostro  cuore  senza  bisogno  di  leggere  libri  di  psicologia :
 quello  che  cercate ,   molto  piu’  profondamente  dei  beni 
materiali ,  onori  e  successi  ,   e’  di  essere  riconosciuti ,   dunque   amati ! 
Quando  ci  si  sente  veramente  amati ,  le  altre  richieste
 perdono  potere . 
( La  via  del  cuore )    Arnaud  Desjardins