Vorrei , come gia’ fatto in altri post , continuare a mettere l’accento sull’importanza
della " resa ".
Arrendersi , vuole dire riconoscere quello che c’e’ in quel momento , cioe’ in
quel presente ; per esempio possiamo avere un’ infermita’ per cui non possiamo piu’ camminare . La condizione e’ quella che e’.
Forse la nostra mente ora sta cercando una storia che dice : questo e’ dove mi ha portato
la vita . Sono finito su una sedia a rotelle . La vita mi ha trattato
duramente e ingiustamente . Non me lo merito .
duramente e ingiustamente . Non me lo merito .
Possiamo accettare l’essere cosi’ com’e’ di questo momento e non confonderlo con una storia che la mente ci ha costruito sopra ? .
L’ arrendersi arriva quando non ci chiediamo piu’ : perche’ questo sta accadendo proprio
a me ? .
Perfino dentro quella che sembra la situazione piu’ inaccettabile e dolorosa , e’ nascosto
un bene piu’ profondo ed all’interno di ogni disastro e’ contenuto il seme della grazia .
Nel corso della storia vi sono stati uomini e donne che , di fronte a perdite gravissime ,
malattie , prigionia o morte imminente , hanno accettato quello che sembrava inaccettabile ,
e a quel punto hanno trovato “ la pace che va al di la’ di ogni comprensione “.
L’accettazione dell’ inaccettabile e’ la piu’ grande sorgente di grazia in questo mondo .
Accettare la sofferenza e’ un viaggio nella morte . Guardare in faccia un profondo
dolore , permettergli di essere , mantenerci la nostra attenzione , e’ entrare consapevolmente nella morte . Quando siamo morti di questa morte , ci rendiamo conto che non vi e’ morte e che non vi e’ nulla di cui aver paura .
Solo l’ ego muore .
(Parole dalla quiete)
(Parole dalla quiete)