Ci sono dei momenti
nella nostra vita in cui ci sentiamo confusi, persi, regrediti; cominciamo a
mettere in dubbio tutte le nostre certezze, il lavoro interiore che abbiamo
fatto, tutto appare senza senso; ci domandiamo chi siamo, e ci convinciamo che
non abbiamo piu’ nulla da dire ecc. ecc. ecc.
Oggi mi trovo in
questa condizione emotiva, scatenata forse da una esperienza che ho fatto,
qualcosa che ho sentito o visto che mi ha turbato, una improvvisa presa di
coscienza, non so’ esattamente. Decido seguendo un mio breve desiderio, di scrivere nel mio blog cercando di ritrovarmi, osservando i pensieri ed emozioni di questo istante, per quello che sono capace.
Qualcosa piano piano
prende luce dentro di me: cosa stai
facendo Riccardo? Stai cominciando di nuovo a recitare quella parte di te del
tuo passato tanto gratificante? Ti senti piccolo piccolo e vittima di tutto e
di tutti? La tua sofferenza credi ancora
sia superiore a quella di altre persone?
Cosa si sta risvegliando dentro di te?
Quale dolore antico? Dopo tante difficolta’ pensi di avere solo diritti e cosi’
facendo vuoi mettere inconsapevolmente in moto una spirale autodistruttiva?
Quando smetterai di recitare il solito copione del tuo dramma?
Si credo sia un po’ cosi’; questa crisi apparentemente non voluta, mi sta proponendo ancora una volta come tante altre di far morire il vecchio personaggio, per poter rivivere il nuovo .
Il mio corpo di dolore vuole farmi identificare
con la vittima che e’ in me: mi convinco che ho solo diritti nei riguardi del
mondo, dimenticando il suo significato spirituale piu’ profondo e cioe’ che sono
un’anima che ha scelto questa vita per capire e diventare altro e che ho solo
il dovere di accettarla e ringraziarla per tutto quello che mi offre,
assumendomi e ricordandomi sempre la responsabilità di questa mia scelta
antica.