Guardare le cose e’ la grande formula magica dell’autoconoscenza.
Guardando le cose se ne trasforma la qualita’, perche’ in questo
modo si porta luce, cioe’ Coscienza, nel buio.
Gli uomini vorrebbero sempre cambiare le cose e capiscono con
difficolta’ che l’unica cosa che viene richiesta loro e’
la capacita’ di guardare.
La meta ultima dell’uomo ( possiamo chiamarla anche saggezza o
illuminazione ) e’ la capacita’ di guardare e di riconoscere che tutto
e’ bene cosi’ come e’: un simile atteggiamento significa
vera conoscenza.
Fintanto che una persona viene disturbata da qualcosa o la ritiene
bisognosa di cambiamenti, non ha raggiunto l’autoconoscenza.
( Malattia e Destino - Thorwald Dethlefsen - Rudiger Dahlke ).
Finché non abbiamo osservato il meccanismo del pensiero e la sua origine, l'oggetto del pensiero è per noi illusoria “certezza”. In questa situazione possiamo realmente dire che “siamo quello che pensiamo” nella nostra dimensione limitata. E' impossibile per noi non pensare che i nostri bisogni non siano reali, che potremo tranquillamente fare a meno di questi impulsi, che la vita potrebbe essere diversa, felicemente differente da quella che crediamo debba essere. Ogni impulso del corpo, ogni pulsione emotiva, ogni costruzione della nostra mente logico-razionale risulta essere un ordine imperativo. Il nostro mondo è tutto chiuso attorno all'Io e al suo pensiero e non ci sono vie di uscita perché l'alternativa si presenta esclusivamente nel polo opposto della dualità, nella conflittualità dei nostri bisogni o nei bisogni degli altri che raramente combaciano con i nostri.
RispondiEliminaOsservare vuol dire vedere senza giudicare, fiduciosi che ciascuno stia sperimentando, ora, il GIUSTO, NECESSARIO ed INDISPENSABILE ruolo fissatogli dall'ASSOLUTO e che ognuno raggiungerà, in tempi e modi suoi, la piena e totale coscienza.
Il mondo è perfetto così com'è perché è il perfetto motore della nostra presa di coscienza. Senza gli stimoli esterni non sapremmo mai chi siamo realmente.