Per continuare a ricordarci di noi ( ilblogdellanima )


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Guardare  le   cose  e’  la  grande  formula  magica  dell’autoconoscenza.
Guardando  le  cose  se  ne  trasforma  la  qualita’,   perche’  in  questo 
modo  si  porta  luce,  cioe’  Coscienza,  nel  buio.

Gli  uomini  vorrebbero  sempre  cambiare  le  cose  e  capiscono  con
difficolta’  che  l’unica  cosa  che  viene  richiesta  loro  e’
la  capacita’  di  guardare.

La  meta  ultima  dell’uomo ( possiamo  chiamarla  anche  saggezza  o 
illuminazione )  e’  la  capacita’  di  guardare e  di  riconoscere  che  tutto 
e’  bene  cosi’  come  e’:  un  simile  atteggiamento  significa
vera  conoscenza.

Fintanto  che  una  persona  viene  disturbata  da  qualcosa  o  la  ritiene
bisognosa  di  cambiamenti,  non  ha  raggiunto  l’autoconoscenza.

(  Malattia  e  Destino -  Thorwald  Dethlefsen - Rudiger Dahlke ).

1 commento:

  1. Finché non abbiamo osservato il meccanismo del pensiero e la sua origine, l'oggetto del pensiero è per noi illusoria “certezza”. In questa situazione possiamo realmente dire che “siamo quello che pensiamo” nella nostra dimensione limitata. E' impossibile per noi non pensare che i nostri bisogni non siano reali, che potremo tranquillamente fare a meno di questi impulsi, che la vita potrebbe essere diversa, felicemente differente da quella che crediamo debba essere. Ogni impulso del corpo, ogni pulsione emotiva, ogni costruzione della nostra mente logico-razionale risulta essere un ordine imperativo. Il nostro mondo è tutto chiuso attorno all'Io e al suo pensiero e non ci sono vie di uscita perché l'alternativa si presenta esclusivamente nel polo opposto della dualità, nella conflittualità dei nostri bisogni o nei bisogni degli altri che raramente combaciano con i nostri.
    Osservare vuol dire vedere senza giudicare, fiduciosi che ciascuno stia sperimentando, ora, il GIUSTO, NECESSARIO ed INDISPENSABILE ruolo fissatogli dall'ASSOLUTO e che ognuno raggiungerà, in tempi e modi suoi, la piena e totale coscienza.
    Il mondo è perfetto così com'è perché è il perfetto motore della nostra presa di coscienza. Senza gli stimoli esterni non sapremmo mai chi siamo realmente.

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