IL 2 DI CUORI ( ilblogdellanima )

Parliamo di amore quando un altro riflette una zona d'ombra che noi ameremmo rendere consapevole dentro di noi, e parliamo invece di odio quando qualcuno
riflette un livello molto profondo della nostra ombra, un livello che non vorremmo incontrare in noi. Troviamo attraente l'altro sesso perché ci manca. Spesso ne abbiamo paura perché per noi rappresenta l'inconscio. L'incontro con un partner è l'incontro con l'aspetto inconscio della nostra anima. Se questo meccanismo del riflesso delle proprie zone d'ombra nell'altro è chiaro, tutti i problemi del partner vengono visti in nuova luce. Tutte le difficoltà che abbiamo col nostro partner sono difficoltà che abbiamo con noi stessi.
Il nostro rapporto col nostro inconscio è sempre ambivalente - l'inconscio ci stimola, e noi ne abbiamo paura. Altrettanto ambivalente è in genere il nostro rapporto col nostro partner - noi lo amiamo e lo odiamo, lo vogliamo possedere completamente però vorremmo anche liberarcene, lo troviamo meraviglioso e spaventoso. In tutte le attività e in tutti i contrasti che costituiscono un rapporto a due, noi abbiamo sempre a che fare con la nostra ombra. Per questo sono sempre persone relativamente diverse quelle che si mettono insieme. Gli opposti si attirano - questo lo sanno tutti, e tuttavia ci si continua a meravigliare del fatto che " proprio quei due lì, che non sono per niente adatti l'uno all'altro, si siano messi insieme ". In realtà più grandi sono i contrasti, più le persone si attirano, perché ognuno ama l'ombra dell'altro, o - per esprimerlo in altri termini - ognuno fa si che la propria ombra viva del partner. Il rapporto tra due persone molto simili non è pericoloso e risulta anche più comodo, però non contribuisce molto all'evoluzione dei due: nell'altro si rispecchia soltanto il proprio lato conscio - e questo è semplice e noioso. Ci si trova reciprocamente meravigliosi e si proietta l'ombra comune sul resto del mondo, che poi di comune accordo si evita. Utili in un rapporto sono soltanto i contrasti, perché soltanto lavorando con la propria ombra rappresentata dall'altro ci si avvicina di più a se stessi. In questo modo dovrebbe risultare chiaro il fatto che il fine ultimo di questo nostro lavoro consiste nel raggiungimento della propria completezza.
Nel caso ideale, alla fine di un rapporto dovrebbero trovarsi due persone che sono diventate intere in se stesse o perlomeno più integre, avendo illuminato i propri lati d'ombra inconsci integrandoli alla propria coscienza. Alla fine quindi non troviamo più la coppia innamorata di colombi, nessuno dei quali può vivere senza l'altro. La pretesa di non poter vivere senza l'altro mostra  semplicemente che uno per comodità (o viltà) utilizza l'altro per far vivere la propria ombra, senza neppure tentare di elaborare e recuperare la proiezione. In questi casi ( e si tratta della maggioranza! ), uno dei due partner non consente all'altro di evolversi, perché, se così fosse, i ruoli assegnati sarebbero messi in discussione.
Un rapporto a due ha raggiunto il suo scopo quando non si ha più bisogno del partner. Solo in un caso del genere la promessa dell " eterno amore " può essere considerata seria. L'amore è un atto consapevole e significa aprire la propria coscienza a ciò che si ama, per unirsi ad esso. Questo avviene se si accoglie nella propria anima tutto ciò che il partner rappresentava,  o , se vogliamo esprimerlo in altro modo, quando si sono recuperate tutte le proiezioni e ci si è uniti con esse. In questo modo la persona vista come piano proiettivo si è svuotata (da attrazione e repulsione) e l'amore è diventato eterno, cioè indipendente dal tempo in quanto si è realizzato nella propria anima. Queste considerazioni suscitano sempre paura nelle persone che con le loro proiezioni sono molto legate a tutto ciò che è materiale. Esse legano l'amore alle forme di manifestazione invece che ai contenuti della coscienza. Con un simile atteggiamento la caducità di tutto ciò che è terreno diviene una minaccia e allora si spera di ritrovare nell'aldilà " i propri cari ", dimenticando che " l'aldilà " è sempre qui.  L'aldilà è ciò che esiste al di là delle forme materiali. Basta trasmutare nella coscienza tutto ciò che è visibile, e si è già al di là delle forme. Ciò che è visibile è soltanto un simbolo - perché nell'uomo le cose dovrebbero essere diverse?
Il mondo visibile deve esser reso superfluo dalla nostra vita - e questo vale anche per il nostro partner. I problemi ci sono soltanto quando due persone " utilizzano " in modo diverso il loro rapporto, quando cioè uno elabora e recupera le proprie proiezioni, mentre l'altro resta legato alle proiezioni. Verrà allora il momento in cui uno diventa indipendente dall'altro, mentre all'altro si spezzerà il cuore. Se però entrambi restano legati alle proiezioni, il loro amore durerà fino alla tomba e ci sarà quindi un grande dolore perché l'altro manca. Fortunato colui che capisce che quello che si è realizzato in se stessi non può esser portato via. L'amore vuole essere uno, oppure niente. Finché è rivolto a oggetti esteriori, non ha raggiunto il suo scopo. ( Malattia e destino – Dethlefsen  Dahlke )

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