IL SINTOMO ( ilblogdellanima@gmail.com)




Nell’educazione che abbiamo ricevuto, nessuno ci ha mai detto che il nostro corpo parla, nessuno
del resto ha mai dato troppa importanza al corpo. Ci hanno insegnato a darlo per scontato e ad
accorgerci di lui solo quando si ammala; ma forse è proprio per questo che si ammala … per  attirare la nostra attenzione.
Senza che ce ne rendiamo conto, il nostro corpo ci  sussurra qualcosa , ci parla senza sosta; ci manda una sensazione, un prurito, una contrazione, un piacevole calore; il battito del cuore cambia ritmo, arriva uno starnuto, ci duole la schiena, ci prude un occhio, abbiamo dormito male, siamo di cattivo umore, una tosse ci infastidisce, ci facciamo una ferita o addirittura una frattura.
Visto che il sussurro non è servito e da parte nostra non è intervenuta nemmeno la più piccola
elaborazione, il corpo prende l’iniziativa di alzare il volume, non sussurra più e comincia a
parlare; ecco allora che sopraggiunge un dolore in una precisa parte del corpo, una malattia che ci blocca a letto per qualche giorno, una angoscia più forte, attacchi di panico, vertigini, febbre e raffreddore. Anche in questo caso il corpo vuole attirare la nostra attenzione, ci impedisce di avanzare distrattamente e ci invita ad una riflessione.
L’arresto forzato che ci viene imposto ha lo scopo di farci ritirare in noi stessi, vuole promuovere un momento introspettivo di silenzio ed abbandono nella solitudine del nostro letto o della nostra  casa.
Il nostro corpo non vorrebbe molto, possiede in sé la capacità di guarire e di ristabilirsi,
vorrebbe solo che ascoltassimo quello che vuole dirci proprio attraverso il linguaggio che ha
usato, quello del SINTOMO e del PUNTO esatto del corpo in cui il sintomo si è manifestato.
Ma la nostra prima preoccupazione è appunto far sparire il sintomo ed allora, con una bella
martellata alla spia che lampeggia, ci convinciamo che tutto sia tornato a posto e continuiamo
sulla  vecchia strada, arrogantemente incuranti dell’occasione redentiva ed evolutiva che avevamo disposizione.
 
Per poter tenere a bada la paura della morte, la gente esige rassicurazioni e garanzie e
l’interpretazione simbolica e psichica queste garanzie non le dà. La medicina classica e la scienza, invece, sembrano garantire serietà e sicurezze perché si basano su considerazioni razionali e scientificamente dimostrate. Se ciò fosse vero dovrebbe significare che ogni malattia ed ogni paziente guariscono tutti allo stesso modo e che sarebbe sufficiente un’applicazione rigorosa di un
identico protocollo per permettere a ciascuno di ritornare in salute; sappiamo bene che la realtà è
diversa ed ognuno guarisce o meno, secondo una storia che gli è propria.
Se per caso sopraggiungerà un sintomo, ricordate che è una spia che si accende e che ha qualcosa di interiore, di emotivo da esprimere.
Interrompiamo il bisogno meccanico di farlo immediatamente sparire, concediamoci il coraggio di non considerarlo più come una minaccia ingiusta e cattiva, ma come un dono che il nostro corpo ci fa per permetterci di capire qualcosa di importante, di essenziale per la nostra salute sia fisica che psichica.
Provate a ricordare e ad accettare, che prima che il sintomo si manifesti, l’Anima già soffre da tempo. Solo dopo che il disagio e il dolore hanno preso piede nell’Anima, è l’Anima che si ammala per prima e se l’equilibrio fra il dentro ed il fuori non viene ricreato, allora la contraddizione interiore, lo sfregamento dell’Anima, si manifesta nel corpo, suona l’allarme, lampeggia la spia.
Proviamo allora, forse per la prima volta, a vivere il sintomo non più come qualcosa che minaccia ingiustamente il nostro quieto vivere  ma come un dono meraviglioso che il nostro corpo ci fa per  trasmettere un segnale importante, un’occasione preziosa ed  indispensabile al nostro benessere.
Impariamo a ricordare che in quel segnale fastidioso c’è l’indicazione di una mappa interiore da seguire e da integrare per poter guarire; è come se il corpo ci dicesse:

“Su, coraggio, andiamo insieme a togliere le erbacce che infestano il tuo giardino interiore;
non avere paura, segui i miei preziosi segnali, renditi attento alle indicazioni che con la mia
Divina Sapienza ti sto fornendo.
Non associare la malattia alla morte, la malattia è solo una divina occasione di miglioramento,
di elaborazione, di crescita, la malattia è una sfida alla tua pigrizia ed alla tua passività.
Smetti di delegare al mondo esterno gli elementi necessari alla tua crescita, non servirti di
tutte quelle scatoline di cartone piene di medicinali per calmare le tue paure; credi davvero
che il tuo medico per il semplice fatto che ha fatto degli studi, possa risolvere le contraddizioni
interiori che animano la tua esistenza e che rappresentano la tua più preziosa occasione
evolutiva ?
Per quanto tempo vorrai ancora delegare ad altri la responsabilità che compete solo a te?
Vuoi trovare una via di sviluppo che ti porti maggiore autenticità e benessere o vuoi
continuare a sentirti in balia di tutto, sempre maggiormente preda dei tuoi demoni interiori?
La Vita è bella, ma non ne hai ancora trovato la bellezza.
Il Paradiso è sulla terra e tu speri di trovarlo da qualche altra parte.... non  è  vero ??
 (  ilblogdellanima  )

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