Nell’educazione
che abbiamo ricevuto, nessuno ci ha mai detto che il nostro corpo parla,
nessuno
del resto
ha mai dato troppa importanza al corpo. Ci hanno insegnato a darlo per scontato
e ad
accorgerci
di lui solo quando si ammala; ma forse è proprio per questo che si ammala …
per attirare la nostra attenzione.
Senza che
ce ne rendiamo conto, il nostro corpo ci sussurra qualcosa , ci parla senza sosta; ci manda una
sensazione, un prurito,
una contrazione, un piacevole calore; il battito del cuore cambia ritmo, arriva
uno starnuto, ci duole
la schiena, ci prude un occhio, abbiamo dormito male, siamo di cattivo umore,
una tosse ci infastidisce,
ci facciamo una ferita o addirittura una frattura.
Visto che
il sussurro non è servito e da parte nostra non è intervenuta nemmeno la più
piccola
elaborazione,
il corpo prende l’iniziativa di alzare il volume, non sussurra più e comincia
a
parlare; ecco allora che sopraggiunge un dolore in una
precisa parte del corpo, una malattia che ci blocca a
letto per qualche giorno, una angoscia più forte, attacchi di panico,
vertigini, febbre e raffreddore.
Anche in questo caso il corpo vuole attirare la nostra attenzione, ci impedisce
di avanzare
distrattamente e ci invita ad una riflessione.
L’arresto
forzato che ci viene imposto ha lo scopo di farci ritirare in noi stessi, vuole
promuovere un momento
introspettivo di silenzio ed abbandono nella solitudine del nostro letto
o della nostra casa.
Il nostro corpo non vorrebbe molto, possiede in sé la capacità di guarire e
di ristabilirsi,
vorrebbe solo che ascoltassimo quello che vuole dirci proprio attraverso il
linguaggio che ha
usato, quello del SINTOMO e del PUNTO esatto del corpo in cui il sintomo si
è manifestato.
Ma la
nostra prima preoccupazione è appunto far sparire il sintomo ed allora, con una
bella
martellata
alla spia che lampeggia, ci convinciamo che tutto sia tornato a posto e
continuiamo
sulla vecchia
strada, arrogantemente incuranti dell’occasione redentiva ed evolutiva che
avevamo a disposizione.
Per poter
tenere a bada la paura della morte, la gente esige rassicurazioni e garanzie e
l’interpretazione
simbolica e psichica queste garanzie non le dà. La medicina classica e la
scienza, invece,
sembrano garantire serietà e sicurezze perché si basano su considerazioni
razionali e scientificamente
dimostrate. Se ciò fosse vero dovrebbe significare che ogni malattia ed ogni paziente
guariscono tutti allo stesso modo e che sarebbe sufficiente un’applicazione
rigorosa di un
identico
protocollo per permettere a ciascuno di ritornare in salute; sappiamo bene che
la realtà è
diversa
ed ognuno guarisce o meno, secondo una storia che gli è propria.
Se per
caso sopraggiungerà un sintomo, ricordate che è una spia che si accende e che
ha qualcosa di
interiore, di emotivo da esprimere.
Interrompiamo
il bisogno meccanico di farlo immediatamente sparire, concediamoci il coraggio
di non
considerarlo più come una minaccia ingiusta e cattiva, ma come un dono che il
nostro corpo ci fa per
permetterci di capire qualcosa di importante, di essenziale per la nostra
salute sia fisica che psichica.
Provate a
ricordare e ad accettare, che prima che il sintomo si manifesti, l’Anima già
soffre da tempo. Solo dopo
che il disagio e il dolore hanno preso piede nell’Anima, è l’Anima che si
ammala per prima e
se l’equilibrio fra il dentro ed il fuori non viene ricreato, allora la
contraddizione interiore, lo
sfregamento dell’Anima, si manifesta nel corpo, suona l’allarme, lampeggia la
spia.
Proviamo
allora, forse per la prima volta, a vivere il sintomo non più come qualcosa che
minaccia ingiustamente
il nostro quieto vivere ma come un dono
meraviglioso che il nostro corpo ci fa per trasmettere un segnale importante,
un’occasione preziosa ed indispensabile al nostro benessere.
Impariamo
a ricordare che in quel segnale fastidioso c’è l’indicazione di una mappa interiore da seguire e
da integrare per poter guarire; è come se il corpo ci dicesse:
“Su, coraggio, andiamo insieme a togliere le erbacce che infestano il tuo
giardino interiore;
non avere paura, segui i miei preziosi segnali, renditi attento alle
indicazioni che con la mia
Divina Sapienza ti sto fornendo.
Non associare la malattia alla morte, la malattia è solo una divina
occasione di miglioramento,
di elaborazione, di crescita, la malattia è una sfida alla tua pigrizia ed
alla tua passività.
Smetti di delegare al mondo esterno gli elementi necessari alla tua
crescita, non servirti di
tutte quelle scatoline di cartone piene di medicinali per calmare le tue
paure; credi davvero
che il tuo medico per il semplice fatto che ha fatto degli studi, possa
risolvere le contraddizioni
interiori che animano la tua esistenza e che rappresentano la tua più
preziosa occasione
evolutiva ?
Per quanto tempo vorrai ancora delegare ad altri la responsabilità che
compete solo a te?
Vuoi trovare una via di sviluppo che ti porti maggiore autenticità e
benessere o vuoi
continuare a sentirti in balia di tutto, sempre maggiormente preda dei tuoi
demoni interiori?
La Vita è bella, ma non ne hai ancora trovato la bellezza.
Il Paradiso è sulla terra e tu speri di trovarlo da qualche altra parte.... non è vero ??
( ilblogdellanima )
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