IPNOTIZZATI DALLA MENTE ( ilblogdellanima@gmail.com )




Se riesco ad entrare dentro di me e a creare uno stato di sincera ed obiettiva “presenza” devo riconoscere che oggi, in me, non c’é stabilità, non c’é IO.

Anche se mi è difficile ammetterlo e vorrei sostenere il contrario, in verità non conosco me stesso e affronto la mia esistenza come se fosse piu’ una sopravvivenza che un reale piacere di vivere e di fare esperienza. Assillato dagli impegni quotidiani e dalle responsabilità che ne derivano, cerco di gestire i tormenti del mio animo e le mie inquietudini come posso e sovente, lo devo ammettere, con grande difficoltà. Certo potrei accontentarmi di qualche spiegazione superficiale e scontata, potrei provare a parlare di me riferendomi a caratteristiche psicologiche ed emotive che credo di avere, ma dentro di me so che manca qualcosa, un riferimento importante, una capacità di rendermi conto dei miei meccanismi, come una bussola che mi indichi la rotta e che mi dica chi sono, cosa voglio veramente, come funziono, qual’è lo scopo della mia vita in questo preciso istante.

Potrei, come molti, non farmi domande e continuare a vivere senza troppi quesiti né troppi scrupoli, ma devo ammette che una voce insistente, all’interno di me, mi spinge a sapere, ad indagare e a comprendere e tutto cio’ perchè sento sinceramente che non vivo, che mi manca profondamente qualcosa, che se mi fermo ed esco dal frastuono del quotidiano mi assale una interiore tristezza, come una compagnia di sofferenza che non mi lascia mai.

Dove sono io nell’indaffarato muovermi dei miei giorni, delle mie responsabilità, delle mie relazioni e dei miei sentimenti?

Salto da una cosa all’altra come se scappassi da qualcuno e mi rifugio nel ritmo frenetico dell’esistenza per ripetermi che non ho il tempo di pensare a me. Eppure sento, straziante e vero, un grido interiore che mi invita al viaggio, un viaggio all’interno di me, nel profondo del mio Essere.

Di fatto non ho mai una impressione autentica e profonda di me, le mie impressioni sono superficiali e rapide, producono soltanto associazioni di superficie, sommarie, impulsive, senza radici, incapaci di lasciare un vero nucleo di coscienza nella mia memoria. E cosi vivo tante esperienze senza riuscire a trarre un reale insegnamento da quello che vedo e sperimento, direi che la mia sofferenza tante volte è inutile, poiché le cose non cambiano mai, non si trasformano, io non mi trasformo. Oh certo il tempo passa, ho nuove rughe sul viso e anche una maggiore stanchezza, ma a volte ho la sensazione che la maggior parte del tempo sia passato inutilmente senza che io abbia scoperto l’essenziale e dico questo perchè io non mi sento felice; è come se desiderassi una saggezza che ispira il mio cuore al di là dei sussulti della vita, ma non l’ho ancora trovata.

La mente non è mai ferma; non oso restare senza pensare, senza fare qualcosa, faccia a faccia col vuoto; non posso immaginare di trovarmi solo con me stesso in una solitudine che mi sembra spaventosa. Ho paura di stare da solo perchè ho paura di non essere, se non faccio a tutti i costi qualcosa o se non parlo con qualcuno, ho paura di non esistere. Mi sposto allora con ansia nella, continuità del conosciuto. Ho bisogno di muovermi fra le cose che conosco e che mi rassicurano; non voglio cambiare, non voglio provare, preferisco rimanere dove sono anche se sto male. Vado allora e unicamente , da qualcosa di noto a qualcos’altro di altrettanto noto, senza avere il coraggio di affrontare l’ignoto, quella parte di me che nascostamente vive al mio interno e della quale faccio fatica a sentire la voce.

Per soprravivere in questo mondo, emetto concetti e delibero su cosa sia giusto o non lo sia. Interpreto il mio spazio e le mie relazioni sulla base dei miei sogni e delle mie aspettattive.

Mi  innamoro di qualcuno e proietto su di lui quel mondo di desideri e fantasie che da tanto tempo coltivo; sono di fronte a lui, il cuore mi batte, ma in verità non lo vedo, non so chi sia e nemmeno sono veramente interessato  a conoscerlo. Voglio solo essere amato, ricevere attenzione e calore e non mi accorgo che anche lei, nello stesso identico istante, vuole la stessa cosa, ciascuno per sé, ciascuno da solo davanti all’altro, mai veramente in comunione.

In tutto questo vivere ,  mi ascolto e scrivo  qualcosa ,   che possa servire a me  e  a qualche altra anima.

Questa vibrazione sottile,  l’energia dell’Universo cosi' potente e forte, immensa e misericordiosa , mi sostiene e mi attrae;
 non so cosa sia esattamente, ho paura, non so dove dirigermi e come muovermi, ma una voce interiore mi dice di  guardare, di ascoltare, di cercare seriamente e veramente.
(  ilblogdellanima  )


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