L'ICEBERG ( ilblogdellanima@gmail.com)


 


La vita è in tanti momenti cosi' difficile ed incomprensibile che il nostro rapporto con l’esterno è un rapporto basato sul conflitto, sulla paura e sulla diffidenza; ciò che è fuori di noi viene percepito sovente come una minaccia, esso è fonte di angoscia e di pericolo.
Al tempo stesso ci accorgiamo di essere profondamente dipendenti proprio da quell’esterno che ci
fa tanta paura e che sovente ci delude.

Fin da piccoli impariamo quanto sia difficile vivere e fare esperienza, ci insegnano ad essere
diffidenti, a stare in guardia, ad allontanarci dai pericoli, a non fare fiducia, ad essere cauti, misurati e a non manifestare troppo i nostri sentimenti.
Accade allora che ciascuno costruisca una facciata socialmente accettabile e quanto più perfetta;
adottiamo le regole sociali e ci muoviamo sulla superficie della vita con lo scopo di essere accettati e rispettati, riconosciuti nel nostro valore e nelle nostre capacità, magari amati o almeno benvoluti.

Ma sotto a quella superficie che ci vede inconsapevolmente vivere, dietro a quella facciata che ci siamo
faticosamente costruiti e che strenuamente ci impegniamo a mantenere, vi è un mondo

interiore continuamente in subbuglio, un bailamme di pensieri e di emozioni, un tripudio

composto di sogni e velleità; vi è la parte sommersa del nostro iceberg personale, vi è il nostro

inconscio che registra e memorizza a nostra insaputa tutto quello che vive e che vede.

Sotto lo
strato della nostra superficiale percezione dei fatti, giace sonnecchiante un vulcano di rabbie e
frustrazioni, un ammasso di memorie dolorose sovente soffocate, ma mai sopite.
La parte di noi
che emerge e si manifesta è come la punta visibile di un iceberg, la parte sommersa invece è quella
più vasta e potente; anche se non la vediamo e ne ignoriamo il potere essa è solo nostra, essa ci appartiene completamente.
Riflettiamo sul fatto che viviamo un’intera esistenza conservando una percezione di NOI molto limitata e provvisoria.
Ci percepiamo come creature drammaticamente
isolate, siamo in un  deserto, senza accorgerci che è un deserto
molto popolato e cosi' non riusciamo mai a cogliere l’intimo e profondo legame che invece esiste fra
noi e il mondo, fra noi e l’ambiente, fra noi e i nostri simili.
Ciascuno ha di sé una visione rigidamente individualizzata e chiusa, ciascuno di noi pone se
stesso al centro del mondo e nello stesso tempo ha la netta sensazione che quello stesso mondo
non lo riconosca, non lo protegga e non lo ami.
(  ilblogdellanima )
 
 

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