Vorrei , come gia’ fatto in altri post , continuare a mettere l’accento sull’importanza
della " resa ".
Arrendersi , vuole dire riconoscere quello che c’e’ in quel momento , cioe’ in
quel presente ; per esempio possiamo avere un’ infermita’ per cui non possiamo piu’ camminare . La condizione e’ quella che e’.
Forse la nostra mente ora sta cercando una storia che dice : questo e’ dove mi ha portato
la vita . Sono finito su una sedia a rotelle . La vita mi ha trattato
duramente e ingiustamente . Non me lo merito .
duramente e ingiustamente . Non me lo merito .
Possiamo accettare l’essere cosi’ com’e’ di questo momento e non confonderlo con una storia che la mente ci ha costruito sopra ? .
L’ arrendersi arriva quando non ci chiediamo piu’ : perche’ questo sta accadendo proprio
a me ? .
Perfino dentro quella che sembra la situazione piu’ inaccettabile e dolorosa , e’ nascosto
un bene piu’ profondo ed all’interno di ogni disastro e’ contenuto il seme della grazia .
Nel corso della storia vi sono stati uomini e donne che , di fronte a perdite gravissime ,
malattie , prigionia o morte imminente , hanno accettato quello che sembrava inaccettabile ,
e a quel punto hanno trovato “ la pace che va al di la’ di ogni comprensione “.
L’accettazione dell’ inaccettabile e’ la piu’ grande sorgente di grazia in questo mondo .
Accettare la sofferenza e’ un viaggio nella morte . Guardare in faccia un profondo
dolore , permettergli di essere , mantenerci la nostra attenzione , e’ entrare consapevolmente nella morte . Quando siamo morti di questa morte , ci rendiamo conto che non vi e’ morte e che non vi e’ nulla di cui aver paura .
Solo l’ ego muore .
(Parole dalla quiete)
(Parole dalla quiete)
Non ci sono parole più vere di queste !!!
RispondiEliminaBellissimo !!!
Enrico sei sempre puntuale
RispondiEliminae ti sono molto grato per questo.
ilblogdellanima
Il tuo ragionamento è giusto e ... apre il cuore. Grazie, come sempre, di richiamarci al vero!
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